Il popolo vota la politica decide - di Valter Ceccherini

13.05.2013 00:38


Alla luce di mie esperienze nella politica locale, (talvolta come giornalista, talvolta in prima persona),e...ragionando su quanto si va verificando su scala nazionale, penso occorra riflettere circa la marcia sfrenata e spesso illusoria del concetto di democrazia partecipativa.

Sebbene il popolo sia sovrano di se stesso e della scelta politica per mezzo del vot...o, esso non è, e non lo è mai stato, il soggetto diretto che detta le linee guida del paese o di un territorio.

È la stessa politica eletta dal popolo che se ne occupa.

La democrazia partecipata e più ancora quella partecipativa risulta,nei fatti, molto limitata rispetto a quella delegata ed espletatata attraverso le istituzioni. Quest'ultima, più diretta della prima, ha nei mezzi ,nelle leggi e nella sostanza, piena autorità e investitura nel realizzare programmi e compiere delle scelte.
Il popolo da solo, sia attraverso referendum, sia in nuove forme di partecipazione diretta poco può fare, se non meramente criticare, sollecitare o applaudire.

Non vorrei apparire retorico in questa mia riflessione, ma è indubbio che se da un lato la politica della rappresentanza popolare delegata, quella dei partiti in parlamento e di tutti gli altri livelli di governo del paese, ha mostrato luci ed ombre, nonchè un palese fallimento a fronte del non saper scegliere nelle passate legislature della II Repubblica, dall'altro, si evidenzia in maniera esponenziale una totale incapacita nel saper scegliere e quindi di inerzia decisionale dei populismi o delle eteree forme partecipative molto in auge in questa nostra epoca di transizione.

Il popolo in questo status quo del sistema viene continuamente influenzato dalla politica stessa e dai partiti, tutti, che attraverso essa si propongono, ora con promesse, ora con proteste e spesso ( fin troppo) con slogan strumentalizzazioni e camuffata demagogia.
I risultati sono eloquenti mi pare!
Il popolo per la sua eterogenea composizione, sia negli deali che nella sua essenza socio culturale...non ha la competenza per decidere se una scelta può essere giusta o meno per il bene di una collettività. L'esempio del referendum regionale consultivo per il Comune Unico del Casentino, che io stesso ho perorato come comitato a favore della sua isituzione,
ha mostrato seri limiti in merito, la politica eletta, se pur incompetente, in virtù della sua organizzazione strutturale ha potuto (spesso strumentalizzando), ribaltare un risultato che nell'immaginario collettivo era scontato e favorevole al cambiamento .

La politica ci vuole! Laddove ce ne freghiamo essa si occupa comunque di noi.
Il problema è che la delega che il popolo da alla politica deve essere rispettata dai vari rappresentanti che al fi la delle bandiere, debbono tutti (o...dovrebbero) occuparsi del bene del paese piuttosto che preoccuparsi della propria bottega e del potere che si ritrovano tra le mani.
La politica deve saper scegliere per conto dei cittadini e convincere essi coi fatti in una sirta di "soddisfatti o rimborsati", per farlo però occorre regole certe, trasparenza nuovo e più congruo sistema elettorale , nuovo assetto istituzionale del paese e soprattutto competenza, professionalità ed onestà da parte degli eletti. Senza queste ovvie caratterisiche, si possono inventare e creare tutti i movimenti popolari che si vuole ma...l'intrallazzo vincerà sempre. Quindi...occhio quando si (ri) vota e sul come si vota.
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